Luisa Rota Sperti - Le Montagne grandi. Vette e Pareti: i Respinti. Dei, Guerrieri e Poeti: i Vinti...

LUISA ROTA SPERTI

Le Montagne grandi


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Ritornano i quadri severi. In un rigorosissimo bianco e nero su un nuovo supporto cartaceo (carta conservazione museo) si raccontano le Montagne Grandi. Colossi di neve e ghiacci, interminabili pareti.

- Because it's there (cm 40x100)
- Our most desired Peak (cm 37x96)
- Die Brüder (cm 33x85)
- Die weisse Spinne (cm 33x80)
- Ah, les belles Montagnes! (cm 30x78)
- Il Regno della Luna (cm 35x90)
- Gigiat .. tra stelle e tempeste (cm 30x80)
- El Viento Azul (cm 26x75)
- Mani (cm 37x93)
- Dee (42x93)
- Cordata per il cielo (cm 20x64)
- El capitán (26x80)

Questo lavoro è molto impegnativo, quasi doloroso. La rappresentazione del Monte è una fusione di elementi da cui nulla emerge, un universo gelido in cui corpi e pareti si alternano in un monotono armonico.



Le Montagne grandi. Vette e Pareti: i Respinti. Dei, Guerrieri e Poeti: i Vinti...

Con El capitán si conclude definitivamente il ciclo "Le Montagne grandi".



La particolarità del segno grafico e del supporto non permette una soddisfacente riproduzione dei soggetti, l'autrice ha scelto di sostituirli con le guide alla lettura delle opere.

Il racconto disegnato di episodi legati alla conquista di grandi montagne.
Storie antiche: legami forti fra uomini, rocce e ghiacci.
La carta accoglie le matite con morbidezza di cotone.
I contrasti si attenuano e gli elementi si chiariscono all'avvicinarsi.
Qua e là esplodono gli spazi scuri dell'inconoscibile e della paura.

Luisa Rota Sperti



Guida alla lettura delle opere:

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Because it's there (cm 40x100) - Everest

Alla domanda perchè volesse scalare l’Everest il Professor George Leigh Mallory rispose: “Because is there” (Perchè è lì). Mallory e il giovane “Sandy” Irvine furono visti per l’ultima volta sul filo di cresta dopo il 6° campo. Era il 1924.

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Our most desired Peak (cm 37x96) - K2

L’unico alpinista vivente ad aver raggiunto per primo la cima di due ottomila fu fra i pochi che riuscirono a districarsi dal “nodo infinito” che avvolse nel 1986 la vetta del K2. Il suo nome: Kurt Diemberger.

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Die Brüder (cm 33x85) - Nanga Parbat

Sul versante del Rupal, la più alta parete del pianeta, due fratelli portarono a termine in completa autonomia una delle più grandi salite di tutti i tempi. Era il 1970. La montagna si prese Günther Messner quando ormai, scesi dalla parete del Diamir, i due erano quasi in salvo.



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Die weisse Spinne (cm 33x80) - Eiger

Un intreccio di passioni, follie, lucidità si è dipanato sulla sterminata e complessa parete nord dell’Eiger. Una parete sulla quale i turisti muniti del potente telescopio potevano seguire passo dopo passo gli scalatori, senza nulla togliere all’isolamento in cui questi si trovavano, su di una parete pericolosa e complicata, sovente sferzata dal maltempo.

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Ah, les belles Montagnes ! (cm 30x78) - Il Cervino

Sulla via del ritorno, il gruppo di alpinisti che aveva conquistato il Cervino pagò un grande tributo di sangue alla vittoriosa competizione coi rivali. Morirono Hudson, Hadow, Douglas e colui che aveva guidato l’impresa: la guida savoiarda Michel Croz.

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Il Regno della Luna (cm 35x90) - Monte Bianco

La vetta più alta delle Alpi è anche un massiccio di grande estensione e grandi complessità. Non una montagna sola, ma cime e versanti carichi di storie, di giorni grandi, di sfide leggendarie e di sconfitte pagate con la vita. Di storie che si intrecciano, inseguono, delineando come in nessun altro luogo l’evoluzione dell’alpinismo.



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Gigiat .. tra stelle e tempeste (cm 30x80) - Pizzo Badile

Cattedrale di granito è la definizione più bella ed esatta per una montagna severa e difficile, molto amata. Il suo versante nord, affacciato sulla Val Bregaglia regala scorci di altissima montagna che stregarono alpinisti di grande fama.

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El Viento Azul (cm 26x75) - Patagonia

La magia che aleggia sui monti patagonici ha scatenato passioni intense. Nel vento che corteggia le cime di ghiaccio odio e amore si sono intrecciati. Tragedie vicine e lontane hanno segnato le vette più note.



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Mani (cm 37x93) - Annapurna

Nel 1950 l’Annapurna rappresentò la prima conquista di un ottomila. Nel corso degli anni il prezzo pagato alla sua vetta (in proporzione ai salitori) fu il più alto in assoluto fra i colossi himalayani.



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Dee (cm 42x93) - Cho Oyu

Dalla giovane contadina francese Marie Paradis sulla vetta del Bianco nel 1808 alle conquistatrici degli 8000. Tibetane, polacche, italiane e austriache; sud tirolesi e americane e poi... tedesche, scozzesi, francesi e sud coreane, svizzere e giapponesi... molte di loro hanno ballato la loro danza di conquista, sulla “pista da ballo degli dei” nell’Himalaya... Per raccontarle una montagna-femmina: la Dea del Turchese.



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Cordata per il cielo (cm 20x64) - Civetta Parete Nord Ovest

... dei primi 25 scalatori della Solleder Lettembauer un terzo sono già morti in montagna.
Domenico Rudatis 1935
Im bera ist so
Leo Rittler 1930

"Sono nel posto più bello del mondo" Marco Anghileri "Butch" - Inverno 2014 - Monte Bianco



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El capitán (26x80) - To-to-kon-oo-la

Il gioco spettacolare dei climbing sui "giganti" americani apre una stagione nuova nei rapporti tra uomini e rocce, una gioiosa follia li sdramatizza... Il "nuovo" mattino degli intellettuali e dei "barbari" dello Josemite porterà l'arrampicata ai vertici di gradi inimmaginabili; in queste competizioni quale futuro?

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